Dizionario illustrato della Pangea
Teatro Storchi
A proposito di questo spettacolo
Mescolandosi con alcuni componenti della Compagnia permanente di ERT, i Sotterraneo mettono in scena una versione ad hoc del progetto sulle “parole intraducibili”, concetti complessi raccolti in vocaboli unici che non esistono in altri idiomi.
Iktsuarpok in lingua inuktitut significa “il senso di aspettativa che ti spinge ad affacciarti ripetutamente alla porta per vedere se qualcuno sta arrivando”. Tsundoku in giapponese significa “impilare un libro appena comprato insieme agli altri libri che prima o poi leggerai”. Ubuntu in bantu significa “una persona è una persona solo attraverso gli altri”.
Durante i primi mesi di lockdown la compagnia fiorentina ha selezionato decine di questi vocaboli – universali e culturospecifici al tempo stesso – e ha poi dialogato online con altrettanti parlanti madrelingua sul significato e l’uso di queste parole nella cultura di provenienza.
Brevi “lezioni di intraducibilità” che sono divenute la traccia per uno spettacolo che mette in scena le parole stesse, trasformando un piccolo dizionario in una sorta di drammaturgia atipica.
L’intero spettacolo inoltre è attraversato dall’impossibilità di dar corpo ad alcuni concetti a causa delle limitazioni Covid, che da pure restrizioni si trasformano in una risorsa scenica in grado di mettere in campo un pensiero sulle relazioni umane e l’incomunicabilità, ora che la nostra specie è posta di fronte alla necessità di cooperare davvero su scala globale.
Durata: 60 minuti
Repliche
Al 10/09/2021
Dati artistici
luci Marco Santambrogio
costumi Eleonora Terzi
sound design Mattia Tuliozi
elementi scenici a cura del Laboratorio di Emilia Romagna Teatro Fondazione
grafica Lorenzo Guagni, Jacopo Jenna
direttore tecnico Massimo Gianaroli
responsabile del Laboratorio e capo costruttore Gioacchino Gramolini
macchinista costruttore Sergio Puzzo
produzione ERT / Teatro Nazionale
con il contributo di Sotterraneo
Sotterraneo fa parte del progetto Fies Factory ed è residente presso l’Associazione Teatrale Pistoiese
artwork immagine Massimo Pietrobon
foto di Francesca Cappi