Turandot
Teatro Storchi
A proposito di questo spettacolo
Favola, per antonomasia, dell’esotismo orientale, ricca di colpi di scena, agnizioni e promesse ferali, Turandot è divenuta nel tempo (da Gozzi a Puccini) l’emblema del nostro immaginario verso la grande Cina.
Per la prima volta, ora, un regista italiano, proprio a partire dalla novella del principe Calaf e della principessa Turandot, si confronta con la tradizione dell’Opera di Pechino. Lo spettacolo è un sottile gioco di specchi tra due mondi, lontani in apparenza, ma reciprocamente attratti e affascinati l’uno verso l’altro. Da un lato, dunque, la raffinata arte attoriale dell’Opera di Pechino, abilissima mescolanza di recitazione, danza e canto, tesa a una continua perfezione del gesto artistico, dall’altra, invece, lo sguardo prospettico d’invenzione tutta italiana, il gusto visionario e la lunga sapienza d’ordire scene illusionistiche, abilità divenuta patrimonio del teatro europeo. Questa Turandot prosegue la fortunata esperienza italo-cinese del Faust: si rinnova il vivo confronto tutto teatrale tra Asia ed Europa.
Spettacolo in lingua cinese con sovratitoli in italiano
Note
Consigli dalla Biblioteca Delfini:
- Carlo Gozzi, Fiabe teatrali, Mursia 1998
- Giacomo Puccini, Turandot, RCS Editoriale quotidiani 2004 (dvd)
Repliche
Al 25/01/2019
Dati artistici
direttore tecnico Robert John Resteghini
direttore di scena Gioacchino Gramolini
macchinista Riccardo Betti
capo elettricista Tommaso Checcucci
capo fonico Alberto Tranchida
fonico Filippo Cassani
tecnico video Orlando Bolognesi
sarta e attrezzista Lucia Bramati
interpreti Wen Yan, Zhou Quan
collaborazione al progetto scenografico Marco Fieni
scene costruite nel Laboratorio di Emilia Romagna Teatro Fondazione
capo costruttore Gioacchino Gramolini
costruttori Riccardo Betti, Marco Fieni
scenografe decoratrici Lucia Bramati, Francesca Di Serio
produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione, Teatro Metastasio di Prato e China National Peking Opera Company