CLAP!
Secondo studio | Pièce ibrida tra danza, slapstick e teatro fisico
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A proposito di questo spettacolo
Un corpo tragicomico incarna un’incessante voce interiore che si arrovella su un pensiero ossessivo: l’autostima. La performer e autrice Cecilia Francesca Croce torna con la seconda tappa di CLAP!
Un corpo tragicomico incarna un’incessante voce interiore che si arrovella su un pensiero ossessivo: l’autostima. Dopo il primo studio, l’autrice e performer Cecilia Francesca Croce torna con la seconda tappa di CLAP!, una pièce di teatro fisico che si interroga sul bisogno di compiacere per sentirsi amatə. «Non so voi – scrive l’artista – ma io ho una voce interiore insistente: la mia mente produce un flusso di coscienza attivissimo. Gli scienziati dicono che una voce interiore sia capace di vomitare fino a quattromila parole al minuto. La mia anche di più». Sul palco viene tradotto il noto stream of consciousness di Virginia Woolf tramite un intreccio tra danza, voce e slapstick, sottogenere della commedia cinematografica che usa il linguaggio del corpo come principale strumento comunicativo. Un’opera a stretto contatto col suo pubblico, coinvolto come osservatore e come partecipante, nel ruolo dell’Altrə a cui l’autostima si rivolge per sentirsi degna d’amore.
precede lo spettacolo Massimo sentimento
Repliche
Dati artistici
nell’ambito di CARNE focus di drammaturgia fisica